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La natura,le interruzioni,le tracce interiori

giovedì 14 luglio 2011

Una strada in salita


Eccomi qui,cara fenice,sono tornato alle dimore filosofali.
Il mio viaggio è stato lungo anni,secoli,millenni fino al giorno della creazione;la distesa di nebbia che avevo davati è svanita come la rugiada di tardo mattino e al suo posto si mostrano lunghe vie.
Il leogrifo ancora vola sui boschi?Mi sono giunte voci della sua scomparsa,e altre che negavano la sua esistenza:più in là della vita esiste la leggenda,e queste luoghi un tempo a me familiari,il mondo li ha resi leggendari.Ho deciso di tornare Fenice,questa sera.
Ti volevo raccontare degli Uomini,dello stato,della volontà,dell'arte..ti volevo raccontare di quanto la bellezza venga ogni giorno divisa in ciottoli,scagliati contro un muro per vano piacere;ma ho capito che queste parole non porterebbero altro se non fuoco sul fuoco,vanità di una vanità.Guarda le rovine del tempio rimangono rovine:


pensavo di portare qualcuno con me a ripararlo.Ma quanto sarò credibile se non comincerò mai a impastare io per primo il cemento?
Ho portato con me un nuovo amico,da oggi vivrà in queste terre:gli ho parlato di come abbiamo affrontato il basilisco,del cancello dietro il giardino,di come abbiamo scoperto il fuoco dentro le cose.Ma questo Giullare è ironico,non mi crede,e vuole che io gli mostri l'arte.Mi insegue e sbeffeggia i miei sensi:
chiama follia la filosofia e inutile ciò che io bramo di più; tutto in lui mi fa ridere eppure mi spaventa.
E mi domando,alle sue domande, che arte ho appreso?
Ho visto l'universo muoversi e io sotto,taciturno e infinitesimo....la natura mi chiama,e l'anima risponde,al desiderio di questo nuovo viaggio

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